o forse solo una via per quando non sai dove andare

Sono tornata? Forse sì o forse no, o magari non sono mai andata via. È che mi sono persa un po’ a me stessa e ho finito per girare in tondo come se fossi un po’ brilla.

Cominciamo dall’inizio, come se ci fosse un inizio. Insomma, facciamo, qualcosa, per dire alla noia che questa battaglia tra lei e me mi diverte più di quanto possa immaginare.

C’era una volta…

C’era una volta una naturopata. Sì, EliBì fa la scrittrice – anche se sono quattro anni che non scrive altro che la lista della spesa, ma ne parlerò un’altra volta – ma è anche una naturopata. È tante cose.

Solo che per un po’, facendo la somma tra vicissitudini varie, si era ritrovata ad avere tante persone che amavano i suoi pensieri (matti, dovete essere matti! xoxo) e a pubblicare libri.

Il suo sogno. Il suo regno. Finalmente aveva potuto indossare la sua corona da regina e sentirsi signora incontrastata di una bolla fatta di parole, di pensieri, di contatto con i suoi lettori. Di creatività, pura e totalizzante.

ah, la vita! Che ti scalza dal tuo trono!

Ma – perché c’è sempre un “ma” – poi è arrivata la pandemia. L’abbiamo vissuta tutti, anche se ognuno in maniera diversa, con sfide personali e consapevolezze nuove o vecchie da digerire. Così la scrittura fu messa da parte.

«Per un po’, solo per un po’, ora voglio mettermi a disposizione di chi ha bisogno di un aiuto o di un supporto…», si ripeteva, e diceva, e in fondo era vero. Però era vero anche che a volte le parole le si attorcigliavano agli intestini, feroci e dure.

Allora sceglieva di tenerle per sé: per non ferire, forse, e un po’ perché il coraggio delle parole va a farsi fottere quando la censura è sottile e ti mette a tacere con una leggerezza che dovrebbe appartenere ai piccoli, ma che tra musica e celie, se l’è presa proprio con gli innocenti.

shh, barbara, non perdere il filo…

E qui taccio, per ora, ma non è una minaccia; è la semplice constatazione che ognuno è re nel proprio regno e io la mia corona deposta l’ho ricacciata da sotto al mobile, l’ho spolverata, ho tolto persino i peli del gatto, e me la sono rimessa in testa per tornare a essere regina di un regno con un solo suddito recalcitrante: me stessa.

La festa è finita, anche se i musicanti sono ancora lì a strimpellare. Sono in menopausa e il ciclo s’è portato via pure la pazienza e la tolleranza e la paura di quello che gli altri possono fare, dire o pensare.

Sì, anche la menopausa ha i suoi risvolti positivi

Sto riunendo tutte le parti di me, anche se vanno d’accordo quanto i tifosi durante il derby Roma-Lazio. Anche le parti di me a volte si siedono davanti a un caffè a raccontarsi la partita, ma diciamocelo: per lo più volano insulti, sfottò e mazzate varie.

Ce la farò. Ho mille cose che voglio dire e fare, anche se a volte mi viene da dire: «Barbara, ma sei sicura? Lascia perdere, comincia a rilassarti nella vita!».

scegli tu, per te

Eh, lo so. Ma ho un “perché” grande e per un “perché” grande ci vuole olio di gomito, sfogarsi ogni tanto, mandare al diavolo il “si fa così” e “si fa colà” e danzare.

Perché sono la regina di me stessa e ogni regina che si rispetti ha le spalle grandi, la puzza sotto al naso e un pizzico di follia.

©Il Club delle Vagine tristi, alias Elisabetta Barbara De Sanctis, alias alias EliBì

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